Vedere i contorni del mondo, assaggiare l'eterno sapore dei popoli, annusare l'aria mai uguale dei continenti, toccare tutto quello che in una vita si può…udire sentire esserci.
Mattino di novembre. Città inconsapevole d’avere uomini gentili. Non si mosse pietra. Rimase l’indolente rassegnazione dei suoi muri anonimi, l’acrilico tirato a caso, il bianco estraneo di un gabbiano.
E’ proprio vero. Bastano un verso ed una bella foto e si ” viaggia” nel tempo e nello spazio. Merito del vostro acume. Enzo Forte
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