Trentino Val Senales

Vallata

A voler essere sinceri questo breve viaggio ci è stato regalato. Perchè per dirla tutta noi siamo amanti del mare e questo ci ha sempre indotto, forse anche per pigrizia, a non scegliere mai la montagna per i nostri viaggi. Eppure siamo grati a chi ci ha “costretti” a questa esperienza perchè ne siamo rimasti colpiti ed entusiasti. Il panorama straordinario è difficile da descrivere ed è per questo motivo che abbiamo deciso di lasciar parlare le immagini. Con una promessa… torneremo in montagna a godere dell’aria, dei colori, del silenzio, del contatto con la natura, delle lunghe passeggiate, della pace, del burro di malga, della vista di animali liberi al pascolo, del verde intenso, del fresco, e di molto altro ancora.

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Ruscello

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Farfalle

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Napoli sopra e sotto

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Vicolo d’arte

Qualsiasi aspettativa voi abbiate su Napoli, beh… abbandonatela. Perché nel bene e nel male Napoli vi sorprenderà e non corrisponderà ad alcuna immagine vi siate costruita nel vostro immaginario. Napoli è difatti, come si sente dire ovunque, la città dei contrasti. Da una parte caos, traffico, rumore, dall’altra calore umano, vicoli pieni di vita, cibo, fantastico. Da una parte delinquenza, disservizi, disordine, dall’altra giovani intraprendenti, bellezze architettoniche, capolavori d’arte. Un mix senza eguali che non vi lascerà indifferenti.

Arrivare a Napoli in auto non è complicato, a dispetto delle catastrofiche previsioni prospettate, così come non è difficile trovare un comodo e conveniente parcheggio pubblico proprio all’ingresso della città. Un po’ più laborioso è invece spostarsi verso il centro, visto che è assolutamente da escludere immergersi nel traffico con il proprio mezzo, pericolosissimo per la totale mancanza di rispetto delle norme di circolazione, e non è un eufemismo. Per la verità i mezzi ci sono, ma passano ad orari “elastici” per così dire e con forti ritardi, e le fermate sono a volte un tantino creative e difficili da identificare. Tuttavia questa è una città dove bisogna andare con lo spirito giusto, cioè tanta pazienza e tantissima voglia di comunicare, chiedere, chiacchierare. Si perché i napoletani sono straordinariamente disponibili e gentili, calorosi e desiderosi di aiutarti ad orientarti nella loro amatissima città. Così il benzinaio, sorridente e con tanta ironia, ti accompagna alla terza palma dopo la transenna del cantiere spiegandoti che quella è la fermata dell’autobus. L’autista dell’autobus, poi, ti fa da Cicerone mostrandoti tutte le borsette lasciate a terra ai semafori dopo gli scippi (e si raccomanda di tenere la tua bella stretta), spiegandoti e illustrandoti tutte le infrazioni stradali commesse in tempo reale (santi uomini… davvero santi uomini e abilissimi autisti), e contemporaneamente ti indica cosa andare a visitare indicandoti dove scendere e dove prendere l’autobus per tornare indietro, cosa nient’affatto scontata.

Il centro storico è magnifico con i suoi mille vicoli stretti e ricchi di sonora vitalità. Camminare, camminare, camminare. Questo è l’unico modo per vivere il centro di Napoli, fermandosi di tanto in tanto per una pausa caffè con babà, e magari, per pranzo, gustando una pizza fatta lievitare nelle camere di tufo giallo secondo una antica tradizione di epoca romana, una tecnica nuova ed antica allo stesso tempo che sfrutta le proprietà geotermiche della pietra in cui Napoli è stata scavata.
Dalle strette vie popolari ai viali dalle nobili architetture, ogni angolo regala qualcosa da ricordare. Ci sono luoghi dove è obbligatorio entrare come la Cappella di San Severo. Qui il Cristo velato, la Pudicizia e il Disinganno sono tre tra le più belle opere d’arte che abbiamo mai visto al mondo, ma vale la pena fermarsi ad osservare con attenzione anche le altre meraviglie di questo museo straordinario, come le macchine anatomiche, e ad approfondire  il genio e la creatività del committente di questa cappella, Raimondo di Sangro, settimo principe di San Severo, l’ideatore di tutto l’apparato artistico di questo luogo nonché creatore di tecniche di decorazione ancora oggi difficili da replicare.
Esiste poi una Napoli invisibile, nascosta, ma che deve essere vista perché racconta storie incredibili, amare e al contempo affascinanti. Napoli sotterranea è un viaggio nella storia a quaranta metri di profondità attraverso cunicoli e cisterne, i resti dell’antico  acquedotto greco-romano e dei rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale. La visita, organizzata da una Associazione omonima senza scopo di lucro (di iniziativa privata, ndr) ma interamente finalizzata a valorizzare il sottosuolo della città, è un’esperienza indimenticabile ben raccontata grazie a giovanissimi accompagnatori bravi e preparati.

Napoli rimane nel cuore, nonostante tutto. Grazie ai suoi mille volti sopra e sotto, la città ha un suo fascino indiscutibile che potrebbe con una sana e onesta gestione diventare una meraviglia invidiata in tutto il mondo.
E torniamo sempre qui a cantare la stessa serenata italiana…

Napule è nu sole amaro, Napule è addore e mare
Napule è na carta sporca e nisciuno se ne importa
E ognuno aspetta a ‘ciorta…

 

 

Consigli pratici/ Useful information:

Per visitare Napoli sotterranea /Visiting Naples Underground  Napoli sotterranea

 

 

 

Monte Argentario e il Tombolo della Feniglia

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Vista panoramica sul Tombolo e su Orbetello

Sorprendentemente a volte ci si ritrova in luoghi magnifici di cui neppure si sospettava l’esistenza. E’ quello che ci è successo quando abbiamo deciso di fermarci nella provincia di Grosseto, in Toscana, facendo tappa nel comune di Monte Argentario. La morfologia di questo territorio racconta una storia davvero interessante che si traduce in un promontorio unico nel suo genere. L’Argentario nasce come isola, come le sue vicine sorelle Giglio e Giannutri, ma nel corso dei secoli l’azione del mare unita a quella del fiume Albegna ha creato due strisce di terra, i cosiddetti Tomboli della Giannella e della Feniglia, che l’hanno unita alla terraferma nel tratto di costa su cui affaccia il comune di Orbetello. Il mare così chiuso tra i due tomboli diventa laguna e il risultato di tutto questo fenomeno è un paesaggio straordinario e un ecosistema vario e florido che è la ricchezza di questo territorio.

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Vista panoramica

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Vista panoramica su Orbetello

Monte Argentario è una piacevole sosta generosa di luoghi di interesse tra i due piccoli centri abitati di Porto Santo Stefano e Porto Ercole, le sue spiagge e calette rocciose, la Fortezza spagnola e i numerosi belvedere che, grazie all’altezza collinare, offrono magnifiche vedute panoramiche su tutta la costa. Ma quello che davvero stupisce per la specificità del luogo è il tombolo. Mentre quello della Giannella è stato interamente urbanizzato con case, locali, ristoranti e tutto ciò che il turismo possa desiderare per ogni tipo di tasca, il Tombolo della Feniglia, dopo essere stato devastato durante l’800 quando venne venduto a privati che sfruttarono talmente il territorio da arrivare alla deforestazione, è stato recuperato creando nel 1971una riserva naturale dopo un lento e complesso processo di rimboschimento durato settant’anni. Oggi è un’ incantevole duna sabbiosa racchiusa tra la collina di Ansedonia e il Monte Argentario che internamente affaccia sulla Laguna di Orbetello, mentre il lato esterno direttamente sul mare per una lunghezza di sei chilometri.

Camminando lungo la pista ciclo-pedonale che attraversa in lungo tutta la duna la prima cosa che colpisce è la lussureggiante vegetazione che cambia a seconda che sia rivolta verso il mare o verso la laguna passando da pini marittimi e macchia mediterranea a ginepri e sughere fino a diventare più rada con le tipiche latifoglie delle paludi salmastre.Grazie al silenzio che regna in questo paradiso facilmente si incontrano animali selvatici che qui vivono sereni e liberi, come cinghiali e daini, volpi e tassi, oppure specie ornitologiche davvero uniche come l’upupa e la ghiandaia, l’airone e il germano, e molti altri ancora motivo per cui la Feniglia è un punto di riferimento in Italia per i birdwatcher. Personalmente pedalando amabilmente e godendo della tranquillità del luogo, ci è capitato di incrociare molte di queste specie animali come, ad esempio, un’ intera famiglia di daini che senza timore ha attraversato la pista davanti a noi regalandoci un’ esperienza indimenticabile.

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Caletta

 

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Porto Santo Stefano

Rimane poi il piacere di trascorrere qualche ora in spiaggia, alla quale si arriva grazie ad alcuni accessi ben segnalati lungo la pista. Ad esclusione di un paio di lidi posizionati proprio all’inizio della duna dal lato di Monte Argentario, il resto della spiaggia è selvaggia di sabbia fine e dorata dove solo la fantasia di alcuni bagnanti ha creato ripari costruiti con rami secchi arenati. Un privilegio unico poter godere di una spiaggia intatta e incontaminata, una rarità che varrebbe da sola la sosta in questi luoghi.
Una tappa ad Orbetello, magari per una cena al tramonto sul lungomare, può essere la chiosa perfetta per questo inaspettato e sorprendente breve viaggio alla scoperta di luoghi italiani sconosciuti e straordinari.
E noi continuiamo ad esplorare alla ricerca di queste piccole gemme che rendono unico il nostro Paese… sempre pronti ad essere sorpresi.

Consigli pratici:
Useful information
Dormire/Accomodation: Agriturismo Monte Argentario

Mangiare/Taverns: Ristorante Il Cavaliere

Thailandia 2016. La cucina thai e il Capodanno cinese.

Mangiare a Bangkok, e più in generale in Thailandia, è un altro tema assai interessante. Qualsiasi guida turistica voi acquisterete vi racconterà che ovunque andiate potrete trovare cibi di strada invitanti con cui sfamarvi giorno e notte. Ebbene questo è vero, ma si tratta di una verità parziale perché l’offerta di cibo è pressoché infinita, ma molto dipende da quanto siete disposti a rischiare. Ad ogni angolo di strada, in ogni piazza, davanti a qualsiasi tempio o luogo di interesse turistico, a ridosso di ogni molo lungo il fiume, sui marciapiedi  e, naturalmente, in qualsiasi mercato voi andrete troverete bancarelle che espongono e vendono cibo di ogni genere. Tuttavia la carne e il pesce prima e dopo la cottura rimangono per ore sotto il sole e trattandosi di bancarelle senza acqua corrente e senza le minime norme igieniche necessarie è facile intuire che se deciderete di mangiare per strada lo farete a vostro rischio e pericolo. D’altro canto ci sono ristoranti ben nascosti che al contrario sono puliti e offrono una cucina thailandese curata… si, ben nascosti perché essendo la Thailandia ufficialmente la meta per chi vuole spendere pochissimo, i ristoranti dove si spende poco (decisamente poco rispetto ai nostri standard) hanno vita più difficile, ma sarete in grado di trovarli ugualmente affidandovi ai più noti portali web. La cucina thailandese è molto varia e ricca di carne, pesce e verdura, ma pecca di un eccesso di zucchero che rende tutti i piatti troppo dolci e sostanzialmente molto simili tra loro, sebbene probabilmente nelle zone di mare potrebbe essere più semplice trovare piatti cucinati in modo più semplice vista l’affluenza turistica. Tuttavia se siete amanti come noi di frutta, potreste felicemente sopravvivere anche solo con mango, ananas, cocco, papaia, anguria e molte altre straordinarie varianti di frutta esotica.

Non si può poi dimenticare che soprattutto a Bangkok gli appassionati di cucina cinese potranno trovare soddisfazione nell’immenso quartiere di Chinatown. In Thailandia più in generale la comunità cinese è molto numerosa e, da qualche anno, è aumentato notevolmente anche il numero di turisti cinesi che stanno letteralmente colonizzando le mete più ambite e più note creando non pochi problemi anche alle agenzie turistiche locali.  Non è un mistero, infatti, che i cinesi amano spostarsi in gruppi talmente numerosi da poter paragonare i lori movimenti ad un vero e proprio esodo di massa e questo comporta spesso l’impossibilità per i comuni mortali di trovare un posto libero o magari tranquillo quando la propria permanenza coincide casualmente con la loro. Tutto questo poi si aggrava enormemente quando si incappa nel Capodanno cinese. E indovinate chi ha deciso di andare in Thailandia proprio durante i festeggiamenti del nuovo anno della Scimmia? Non che l’avessimo previsto, s’intende, ma quando si dice che la sfortuna ci vede benissimo…

Ebbene si, noi arriviamo a Bangkok il 15 febbraio e il 18 inizia il capodanno cinese i cui festeggiamenti per tradizione durano quindici giorni durante i quali almeno un terzo della popolazione cinese benestante trascorre la proprie vacanze in Thailandia che in questo senso è un po’ come l’Emilia Romagna per i milanesi. Ciò si traduce in una quantità di cinesi inimmaginabile in giro per le strade, sui mezzi pubblici, in visita ai templi, in gruppi di cinquanta o cento con la maglietta a righe o con il cappellino arancione che si spostano in moto sincronizzato investendo tutto ciò che si frappone lungo il loro cammino… noi compresi. Insomma, detto francamente, un tipo di turismo letteralmente di massa che non amiamo molto. La nota positiva da un punto di vista folcloristico è stato visitare il quartiere di Chinatown durante i festeggiamenti di capodanno. Le strade sono addobbate con oggetti caratteristici e il colore prevalente è il rosso indossato anche dalle persone con intento propiziatorio.

La festa inizia il giorno della vigilia durante il quale si banchetta in famiglia e per strada e termina il quindicesimo giorno con la festa delle lanterne a cui purtroppo non abbiamo potuto assistere.  Il primo giorno del nuovo anno della scimmia, però, eravamo presenti quando si sono svolte le tradizionali danze del leone e del drago, affascinanti esibizioni di più artisti che indossano il costume da bestia e danzano accompagnati da strumenti a percussione. Un’esperienza coinvolgente che ci ha ripagati dello stress accumulato per l’eccesso di densità demografica di quei giorni.
Decidiamo di lasciare Bangkok e ci dirigiamo verso Kanchanaburi, le cascate di Erawan e la ferrovia della morte.
….. continua.

Guarda i nostri video cliccando qui:

Il Capodanno cinese 

La lavorazione del croccante

Thailandia 2016…si parte.

Iniziamo oggi una nuova avventura che ci porterà in giro per la Thailandia nelle prossime settimane. Come sempre ci riserviamo di dedicare anche a questo viaggio un articolo dettagliato al nostro rientro. Nel frattempo caricheremo qualche video sul nostro nuovo omonimo canale YouTube augurandoci che possa invogliarvi a seguirci e solleticare la vostra curiosità che ci impegniamo a soddisfare in modo più completo non appena rientrati. A presto. 

Mar Rosso… non solo mare.

Vento

Alba

Chissà quando avremo di nuovo l’occasione di tornare. Dopo essere stata per oltre un decennio una meta consueta, gli avvenimenti degli ultimi anni ci inducono a temere per la nostra sicurezza e ad attendere tempi migliori, più sereni, più pacifici. E’ triste perché dopo la nostra prima volta, il Mar Rosso era diventato una dipendenza più che un’abitudine, un’esigenza più che una moda.
La scoperta di quello straordinario tratto di mare è iniziata per noi ad Hurghada per poi scendere sempre più alla ricerca di una natura incontaminata, inseguita e massacrata dal cemento, arrivando a Marsa Alam e infine a Berenice.
Per noi Mar Rosso significa fondamentalmente due cose: fondali unici e silenzio. La prima volta che ci siamo immersi nelle acque di Hurghada è stata un’esperienza esaltante oltre ogni aspettativa. Pesci, coralli, spugne, tutto quello che normalmente si ammira in un documentario era lì, vivo e in movimento, sotto i nostri occhi, a pochi centimetri da noi. L’unico suono era quello del nostro respiro, i raggi di sole fendevano l’acqua scegliendo di volta in volta cosa evidenziare in un gioco perfetto di luci e ombre, e la vita scorreva e fortunatamente, nonostante tutto, continua a scorrere meravigliosamente tranquilla come se la nostra presenza per una volta non fosse invadente o disturbante, come se anche noi facessimo parte di quella armoniosa subacquea realtà.

Ogni singola specie di pesce si mostra in tutta la sua colorata e stupefacente bellezza e nulla spaventa, neppure quando si è avvicinati dagli squali di barriera che ignorandoti bellamente continuano per la propria strada e tu ti senti magnificamente perché sei parte di un ciclo naturale, di una energia vitale che è essenza e origine di tutte le cose in questo mondo. Scendendo più a sud e arrivando a Marsa Alam i fondali mutano e le barriere coralline già a pochi passi dalla spiaggia si sviluppano in profondità arrivando anche a trenta metri. I torrioni profondi sono bilanciati dalla presenza di numerose gorgonie, coralli-ventaglio che formano grandi, appiattite e ramificate colonie per i pesci. La fauna si arricchisce di tartarughe, murene, cernie e barracuda e l’atmosfera si fa più cupa, buia, un po’ inquietante e per questo incredibilmente affascinante. Berenice è l’insieme delle due cose con il valore aggiunto della minore presenza turistica, probabilmente ancora per poco, e quindi una maggiore integrità della barriera e del paesaggio circostante.

B&N

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Per noi Mar Rosso significa anche silenzio e quindi quiete, serenità, armonia anche con se stessi. Il fatto di essere circondati dal nulla costringe ad osservare con maggiore attenzione i dettagli e a concentrarsi sul silenzio. Sia che si vada in mezzo al deserto sia che ci si avventuri in zone costiere non frequentate, la sensazione di pace e tranquillità è profonda al punto da essere interiorizzata e diventare intima e sincera serenità. Il chiasso dei villaggi turistici stride in questi luoghi come e più che in altri perché è in palese contrasto con la quiete di questa terra che invece invita alla meditazione, alla riflessione, alla concentrazione su piccole grandi meraviglie della natura… il cielo stellato in mezzo al deserto, talmente limpido e privo di luci artificiali da mostrare ad occhio nudo la via lattea e tutte le più belle costellazioni, il tramonto sulla spiaggia che colora il mare di rosa e ne esalta il profumo salmastro, la luna riflessa nel mare di notte in una scia di luce che esorta a perdersi in quella esaltante e rassicurante bellezza.
Per noi Mar Rosso significa anche esplorare l’immenso mondo delle erbe medicinali egiziane alla scoperta di antichi rimedi naturali, un universo in cui trascorriamo ore, chiedendo, imparando e facendo in nostri unici acquisti. E con l’occasione incontrare persone del posto con cui comunicare e confrontare esperienze di vita… per capire perché, ad esempio, mentre noi veniamo a trascorrere qui le nostre vacanze, loro si spostano in tanti alla disperata ricerca di un futuro migliore. Un giorno ingenuamente chiedemmo ad un ragazzo che preparava del te in una tenda beduina sulla spiaggia perché lavorasse per un occidentale e non comprasse lui stesso un tenda… quanto poteva costare? Rispose che costava tremila euro e noi rincuorati incalzammo chiedendogli nuovamente perché allora non si mettesse in proprio. E lui rispose molto semplicemente che tremila euro non sarebbe riuscito a metterli insieme neppure in una vita intera. Ecco perché conoscere aiuta a capire e a tollerare e magari anche ad amare il prossimo e ad accoglierlo con generosità.

Bambini

Ovunque si vada nel mondo è necessario entrare in connessione con la tradizione del luogo che ha sempre tanto da insegnare a chi è pronto ad imparare e ad ascoltare purché si sia disposti a rinunciare per un po’ a portarsi dietro ostinatamente la propria occidentalità ovunque, come se si volesse replicare casa in ogni parte del mondo, come se si volesse nascondere il luogo in cui ci si trova dietro la scenografia dei villaggi turistici.

La gente troppo spesso si sposta ma non viaggia, vede ma non guarda, sente ma non ascolta… e purtroppo troppo spesso pensa senza riflettere e parla senza dire nulla di sensato. Viaggiare può essere un esercizio educativo molto utile… guardare, ascoltare, riflettere, conoscere, imparare e ampliare le proprie vedute. Questo significa crescere e il viaggio è crescita interiore.
A rivederci presto Mar Rosso.