Barcellona. Le forme…Gaudì.

Casa_Batlo  Esiste un confine sottile tra il vedere e il guardare, dipende da noi e dall’intenzione con cui osserviamo. Troppo spesso quando si viaggia si cerca di vedere il più possibile, come se dovessimo mettere una spunta su quel posto, come se per il futuro ci fosse preclusa la possibilità di tornarci. Al contrario, concedersi tempo quando si visita un luogo, anche solo una città, si traduce in viverla, non semplicemente vederla, e questo regala una infinità di ricordi indelebili fatti di profumi, sapori, suoni, sensazioni e immagini… sfruttare i cinque sensi anziché uno solo.
Questo è un tema legato al viaggio su cui torneremo spesso nei nostri post perché è frutto di riflessioni alle quali siamo giunti non senza fatica.
A Barcellona ammirare gli edifici nati dal genio visionario di Gaudì e dei suoi colleghi contemporanei è d’obbligo, ma è sufficiente, anzi è consigliabile a nostro avviso, dedicare una visita attenta ad uno solo dei numerosi esempi di modernismo catalano per godere appieno di un’esperienza artistica unica e irripetibile. Cercare di vedere il più possibile si tradurrà tristemente in lunghe e interminabili code, in tour frettolosi e superficiali, in frenesia collettiva tra l’acquisto di souvenir e la necessità di migliaia di scatti fotografici per guardare con calma al rientro ciò che si è solo intravisto. Concedendosi più tempo si entrerà in maggiore simbiosi con l’artista che, come noto, non si affliggeva di certo con scadenze o tempi di consegna. A coloro che gli chiesero, una volta, quando avrebbe terminato la Sagrada Familia, rispose: “Il mio cliente non ha alcuna fretta. Dio ha tutto il tempo del mondo.”

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