Matera and its aching beauty.
When Carlo Levi, confined in Lucania in 1953, visited Matera for the first time he was impressed by… “his aching beauty”. He found a population abandoned by the State, poor peasants who were still living in caves with no services. At the same time, in these places he got in touch with a different and unknown culture full of pride and dignity.
Today Matera is a wonderful site recognized by UNESCO, beautifully restored, destination for millions of visitors from around the world and designated European Capital of Culture for 2019.
Sassi of Matera (meaning “stones of Matera”) are a unique example in the world of rock settlement: hundreds of caves that over time have created a city completely carved into the rock. Here people have always lived in caves that they transformed and changed according to their needs, but with one common denominator: live according to what nature offer.
It’s very interesting to visit a Sasso inside, perhaps with a guide that explains in detail the functionality of the spaces, to understand how the man should be able to adapt perfectly some natural features to their needs, such as, for example, the gradients for the collection of rainwater.
Sassi were also sites of worship showing the people evolution from prehistoric phases to Christianity: in the Rock Churches are still well preserved beautiful wall paintings.
Visiting Matera means a time travel to the archaic past where everything is wrapped in a sense of inexorability of human evolution that fascinates and frightens.
Quando Carlo Levi confinato in Lucania visitò Matera per la prima volta ne rimase impressionato: “Chiunque veda Matera non può non restarne colpito, tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza”. Un luogo bello, dunque, ma che al contempo generava dolore, inquietudine, malessere.
Oggi Matera è uno splendido sito riconosciuto dall’Unesco, magnificamente recuperato, meta di milioni di visitatori da tutto il Mondo e designata Capitale europea della cultura per il 2019. Tuttavia per capire la Matera di oggi, per apprezzare fino in fondo il risultato del lavoro svolto dai lucani nel recupero e nel rilancio a livello mondiale di questa città, è necessario comprendere cosa vide Levi nel 1953. Egli trovò una popolazione abbandonata dallo Stato, poveri contadini che vivevano ancora in grotte senza alcun servizio, persone le cui condizioni di vita erano manifestazione palese dell’indifferenza politica e dell’ingiustizia sociale, un posto dimenticato dallo Stato dove neppure Cristo sembrava essere giunto, una denuncia che rese pubblica nel suo capolavoro “Cristo si è fermato a Eboli”. Eppure proprio in questi luoghi egli riesce ad entrare in contatto profondo e intimo con una civiltà diversa e sconosciuta, con un mondo antico e nascosto pieno di orgoglio e dignità. Quello che più sorprende di Matera, dunque, è il modo in cui i famosi Sassi, ovvero le grotte, siano passati dall’essere la vergogna nazionale, così la definì Togliatti, a diventare il primo sito Unesco del sud Italia. Negli anni ’50 l’Italia si accorse che a Matera nonostante il progresso si viveva ancora in grotta, ma dietro l’apparenza di questa terribile condizione si celava l’incredibile storia di una città unica, oltre che una serie incredibile di testimonianze storiche, artistiche e antropologiche. Si decise, dunque, che la gente del luogo lasciasse le proprie case, abbandonasse i Sassi, con tutti i problemi che ne derivarono per le persone che furono così sradicate dalle loro tradizioni e abitudini, e tuttavia proprio questo abbandono totale consentì ai Sassi di rimanere inalterati nel tempo fino a quando non giunse il riconoscimento dell’Unesco e iniziò quello straordinario severo recupero conservativo del patrimonio che è all’origine del successo di oggi. Un riscatto storico e generazionale per quanti furono costretti a lasciare la loro familiare dimora.
Oggi i Sassi di Matera sono un esempio unico al mondo di insediamento rupestre: centinaia di grotte sovrapposte le une sulle altre che hanno dato vita ad una città interamente ricavata nella roccia. Qui l’uomo, dagli albori della civiltà, è sempre vissuto in grotte che nelle varie epoche si sono trasformate e modificate man mano che mutavano le esigenze dei suoi abitanti, ma con un unico comun denominatore: vivere di ciò che la natura offre.
Arrivando a Matera la vista del canyon scavato dal torrente Gravina colpisce e affascina: profondo appare inaspettatamente dopo una curva e lascia stupiti. Il versante orientale di questo burrone, dove si estende il Parco della Murgia materana, mostra ancora oggi come dovevano apparire originariamente i Sassi cioè semplici grotte naturali scavate nella roccia, mentre il versante orientale, quello dove sorge la città, nella parte alta è caratterizzato da una serie di terrazzamenti, colline e pianori più adatti all’insediamento umano e che quindi nel corso dei millenni, aggiungendo a quelle naturali le grotte scavate dall’uomo, sono stati trasformati da villaggi rupestri in una vera e propria città.
Visitare l’interno di un Sasso, magari con una guida che spieghi in dettaglio le funzionalità degli spazi, fa comprendere come l’uomo sia capace di adattarsi perfettamente all’ambiente utilizzando a proprio favore alcune caratteristiche naturali del luogo come ad esempio la temperatura costante interna agli ambienti scavati, il materiale calcareo tipico del posto per la costruzione degli ambienti fuori terra e le pendenze per il controllo e la raccolta dell’acqua piovana. La maestria con cui nel corso dei secoli sono state realizzate, attraverso stratificazioni successive, le abitazioni, le corti, le chiese, le strade e i giardini, e più internamente, invisibile a prima vista, tutto il sistema di cisterne, neviere e cunicoli, è la manifestazione di una straordinaria cultura ormai persa, ma qui ancora visibile e tangibile. Per questo motivo nel 1993 l’Unesco nel dichiarare i Sassi di Matera Patrimonio Mondiale dell’Umanità utilizza per la prima volta la definizione di Paesaggio Culturale, perfetta sintesi concettuale che ben descrive la peculiarità di questo magnifico luogo.
I Sassi non erano solo destinati alle abitazioni, erano anche luoghi di culto e anche in questo senso sono testimonianza del passaggio evolutivo dell’uomo dalle fasi preistoriche al cristianesimo. Con l’avvento della religione cristiana i luoghi di culto delle civiltà antiche sono diventate Chiese Rupestri in alcune delle quali sono ancora ben conservati dipinti murali bellissimi come quelli di Santa Lucia alle Malve.
Anche il centro storico di Matera, che si sviluppa su un pianoro in posizione più rialzata rispetto ai Sassi, merita di essere visitato con le sue belle piazze e chiese lungo il viale settecentesco, tuttavia dopo la suggestiva visita ai Sassi, almeno questo è capitato a noi, si rimane così immersi emotivamente in quel paesaggio immobile e concreto da non voler proseguire oltre. Forse sarebbe preferibile prevedere la visita in senso inverso così da percorrere questo viaggio nel tempo dal presente al passato più arcaico dove tutto è avvolto da un senso di ineluttabilità, di inesorabilità dell’evoluzione umana, che affascina e spaventa, attrae e inquieta, un sentimento di romantica malinconia di fronte ad un paesaggio di così dolente bellezza.