Pinete infinite, fresco rifugio per estati roventi, che dominavano la costa calabrese e oltre, dopo lunghi tragitti su un tappeto d’aghi, la spiaggia, chilometri di sabbia gialla con inserti di macchia mediterranea fino al mare, limpido, subito profondo e blu intenso, sempre più scuro verso l’orizzonte. Questo il mio ricordo di bambina, delle mie estati al mare, delle lunghe nuotate con mio padre che tutto mi ha svelato dei segreti di questo mondo meraviglioso.
Tornare oggi si traduce ogni volta in un po’ di sofferenza in più nel vedere come gli inquilini di questa regione tanto ricca di splendore e varietà abbiano potuto anno dopo anno demolire pezzo per pezzo intere pinete ormai quasi scomparse, sporcare e inquinare acque cristalline e pescose, violentare col cemento le ampie spiagge del litorale ionico e distruggere così l’unica ricchezza che avrebbe potuto loro garantire un futuro florido. Come si è potuto non capire che sarebbe bastata una gestione consapevole e lungimirante delle nostre coste per diventare un gioiello impareggiabile nel mondo? Più di 700 chilometri di costa con una varietà di paesaggi che non hanno eguali, ricca di flora e fauna straordinari… eppure è andata così.
E io mi ritrovo a cibarmi di immagini dal mio passato cercando nel presente qualche scampolo di quei ricordi. Passeggiando sulla spiaggia evito accuratamente cumuli di rifiuti di natanti incivili e mi concentro su sopravvissuti di macchia mediterranea che con tutte le proprie forze tenta di resistere allo scempio folle di questo popolo a cui appartengo, ma in cui non mi riconosco e anzi mi fa rabbia, una rabbia violenta che non posso reprimere e che mi fa augurare loro di toccare il fondo perché forse solo allora sarà in grado di risalire. E non mi riferisco solo alle genti calabre, ma più in generale al cieco genere umano che pensa di essere eterno e padrone di questa terra… ma questo mondo vive da molto più tempo di noi e continuerà a farlo anche quando ci saremo estinti. La terra ha tutto il tempo per rigenerarsi, noi abbiamo poco tempo per correggere i nostri miseri ma letali errori prima di scomparire.
Davvero la speranza è che questa coscienza ecologica che piano piano si sta insinuando nei nostri cuori e nelle nostre menti prenda possesso velocemente anche della nostra volontà e generi scelte concrete e azioni adeguate. Attraverso le immagini che ho potuto salvare di pini marittimi, gigli di mare, alghe spiaggiate ed arbusti dalle bacche rosse lungo la costa calabrese mi auguro di risvegliare il desiderio di difendere queste meraviglie della natura dai noi stessi.