Non è facile raccontare un viaggio finito troppo presto e male, ma è la vita e, a costo di essere banali, va tutto bene finché siamo ancora qui a poterne scrivere. Partiamo dalla fine e poi riprenderemo e descriveremo quel poco che siamo stati in grado di vedere.
Solo cinque giorni dopo essere partiti, nella piccola cittadina di Kanchanaburi a qualche decina di chilometri da Bangkok mentre stavamo rientrando in bicicletta in hotel dopo aver cenato in una suggeriva guest house sul fiume Kwai, uno di noi due è stato investito da un motorino ad altissima velocità e scaraventato a terra. Tanto, tantissimo spavento… un ferita alla testa che ha richiesto undici punti e molte contusioni diffuse. Per ovvie ragioni, dopo aver follemente contemplato anche la possibilità di continuare il nostro viaggio, abbiamo deciso di rientrare. Questa terribile esperienza, di cui francamente avremmo fatto volentieri a meno, ci ha però dato una serie di lezioni che terremo bene a mente d’ora in avanti ed è anche per questo motivo che a breve dedicheremo un post ad una serie di avvertenze e consigli pratici per chi decide di andare in Thailandia, qualcuno utile anche più in generale per chi viaggia al di fuori dell’Unione Europea. Se è vero che bisogna fare tesoro delle esperienze negative, vogliamo trarne un insegnamento da condividere con tutti voi senza addolcire la pillola, ma con la lucidità di chi ha potuto verificare sulla propria pelle un evento che si pensa sempre non accada mai. Quindi, per quanto possibile, è meglio partire preparati e soprattutto consapevoli di cosa ci aspetta in circostanze simili. Vi invitiamo perciò a leggere con attenzione i nostri prossimi articoli con la speranza di poter essere concretamente utili.
Per ora, però, rimaniamo in Thailandia e dopo avervi raccontato la fine, partiamo dall’inizio.
In molti si sono raccomandati con noi di descrivere quel poco che abbiamo visto il più oggettivamente possibile, senza cioè farci influenzare da quello che è successo dopo e noi promettiamo che saremo onesti fino in fondo, ma prima di ogni altra cosa saremo onesti con noi stessi… non abbiamo mai mentito su ciò che di un luogo non ci è piaciuto o non ci ha convinti, non siamo una guida turistica, ma viaggiatori che vivono di sensazioni, emozioni e impressioni che tentano di trasmettere al meglio delle proprie possibilità.
Dunque, Bangkok… come descriverla? Mettiamola così, se come noi amate l’ordine, il bello, la vita all’aria aperta, le lunghe camminate, passeggiare con il naso all’insù catturati dalle bellezze architettoniche, sedere al tramonto in un locale tranquillo lungo il fiume, beh… Bangkok non fa per voi. Appena si esce dalla metropolitana si viene letteralmente fagocitati da un rumore assordante di auto e mezzi che invadono le strade e il traffico è assurdo, surreale, incomprensibile. Per ammissione degli stessi tailandesi dopo le otto del mattino per fare un tragitto anche di poche centinaia di metri ci si impiegano non meno di tre ore. Tutto questo si traduce inoltre in un’aria irrespirabile a causa di uno smog talmente denso e fitto da far provare invidia verso chi, saggiamente, indossa una mascherina, e sono in tanti. Orientarsi in questa città è un’ impresa da esploratori. Anche con una piantina in mano pensare di attraversare a piedi ampie aree di Bangkok è folle ed è matematicamente certo che prima o poi ci si perda. Sconsigliamo vivamente, poi, di chiedere informazioni ai tailandesi che proprio per le loro proverbiali, e reali, gentilezza ed educazione non vi diranno mai che non sanno di cosa stiate parlando o che non conoscono affatto il luogo di cui state chiedendo, dandovi così informazioni errate che peggioreranno ulteriormente la vostra situazione. Che fare dunque? Raggiungete direttamente i luoghi di interesse con i mezzi come la BTS, la metropolitana, i traghetti oppure prendete un taxi (evitate i tuk tuk che occupano tristemente il primo posto nella classifica degli incidenti stradali). Gli edifici si alternano senza soluzione di continuità, grattacieli o baracche di legno non importa, tutto è ammassato l’uno sull’altro, l’uno attaccato all’altro, l’uno dentro l’altro. I marciapiedi sono occupati dalle infinite bancarelle che preparano cibo di strada perciò dimenticate di poterli usare, vi ritroverete a camminare pericolosamente lungo i bordi delle strade e le auto hanno la precedenza assoluta al punto che non rallentano affatto se tentate di attraversare, siete voi che dovrete correre… e fatelo in fretta. Decidere poi dove attraversare è spesso frutto di pura intuizione perché le strisce o i semafori pedonali sono rari e quindi consigliamo di seguire il flusso di pedoni tailandesi che a quanto pare hanno sviluppato un istinto di sopravvivenza notevole.
Individuate, dunque, i luoghi che intendete visitare e lasciate perdere le passeggiate romantiche. Quelli che possiamo consigliare sono più o meno le stesse mete proposte dalle guide turistiche come il Palazzo Reale e i vari templi della città come il Wat Pho e il Wat Phra Kaeo. Per meglio immergersi nello spirito religioso di questo paese suggeriamo di visitare i templi la domenica quando tutti i tailandesi sono impegnati nelle loro funzioni spirituali e in particolar modo dediti a fare offerte a Buddha.
Fiori di loto, bastoncini d’incenso, olio nei bracieri e minuscole foglie d’oro da applicare sulle statue del Buddha sono parte di un rituale meditativo molto suggestivo con cui si offrono doni in cambio di una settimana proficua e tranquilla. E queste offerte non vengono fatte solo nei templi, ma anche per strada soprattutto dai commercianti che allestiscono davanti al proprio negozio un piccolo tempio fai da te dove offrire fiori e cibo. Questo profondo senso religioso e meditativo si traduce in un atteggiamento da parte dei tailandesi molto pacato e gentile, disponibile e generoso che ai nostri occhi è apparso in netta contrapposizione con la vita sregolata, caotica e stressante di Bangkok, una contraddizione che è rimasta per noi inspiegabile.
Continua…